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Fuochi d’artificio nello spazio: immortalata la nascita ‘esplosiva’ di una stella

L’evento è accaduto 500 anni fa a 1.350 anni luce da noi, nei pressi della nebulosa di Orione. L’impatto che ha innescato il processo di formazione stellare ha avuto un’intensità energetica pari a quella emessa dal Sole in 10 milioni di anni.
A cura di Andrea Centini
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Avvalendosi del radiointerferometro ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), un dispositivo dislocato in Cile a 5mila metri di altitudine, astronomi dell'Università del Colorado hanno ‘fotografato' la nascita esplosiva di una serie di stelle, scaturita da un evento cosmico di immane potenza avvenuto 500 anni fa nei pressi della nebulosa di Orione, a 1350 anni luce da noi. Gli studiosi, coordinati dal professor John Bally, hanno indagato sui detriti di gas e polveri osservabili nella Nube Molecolare di Orione 1 (Omc-1), ricostruendo una storia decisamente particolare e affascinante. Circa 100mila anni fa, in quest'area, nota per essere molto ricca di stelle in formazione, alcune protostelle iniziarono a vorticare sempre più velocemente a causa delle forze di gravità, fino a quando due di esse entrarono in contatto fra loro.

Non si sa in che modo avvenne l'urto, ma esso scatenò il rilascio immediato di un'energia così intensa da essere paragonabile a quella emessa dal Sole in 10 milioni di anni. Fu così generato una sorta di immenso fuoco d'artificio, i cui ‘effetti speciali' non erano altro che stelle neonate, nubi di gas e materiali particellari proiettati verso l'esterno dal cuore dell'impatto, a una velocità stimata di ben 150 chilometri al secondo. Il risultato visibile di questo catastrofico fenomeno è la spettacolare immagine calcolata dal dispositivo cileno, che si avvale della combinazione di ben 66 distinti radiotelescopi per funzionare, ciascuno di essi con un diametro compreso tra i 7 e i 12 metri.

Stelle-in-formazione

“Quello che osserviamo in questo vivaio stellare una volta calmo è una versione cosmica dei fuochi d'artificio della festa del 4 luglio, con filamenti stellari giganteschi proiettati in tutte le direzioni”, ha sottolineato con ironia l'autore principale della ricerca. Secondo gli astronomi, esplosioni come queste hanno una breve durata, ma i residui possono restare visibili per secoli, come dimostra lo scatto prodotto dal radiointerferometro ALMA. I primi indizi di questo spettacolare evento furono raccolti nel 2009, ma solo oggi è stato possibile comprenderli nel dettaglio, come spiegato sul The Astrophysical Journal. Recentemente astronomi dell'Università di Cambridge hanno osservato un altro incredibile evento di formazione stellare, con una ‘nursery' associata al flusso di materia espulso da un buco nero supermassiccio.

[Foto di NRAO]

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