Gli archeologi che si sono imbattuti nelle sua ossa per caso, mentre erano impegnati negli scavi presso un sito di età romana, lo hanno ribattezzato immediatamente con il nome Helmut.
Si tratta dei resti di un mammut vissuto tra i duecentomila e i cinquantamila anni fa, il cui scheletro si presenta quasi del tutto integro e con le ossa in perfetto stato di conservazione.
I resti sono appartenuti ad un esemplare di età compresa tra i venti e i trent’anni, di cui è momentaneamente impossibile stabilire il sesso: quando sarà definitivamente liberato dal terreno che lo ha celato per millenni, il mammut verrà portato in laboratorio per essere analizzato al fine di conoscere tutti i dettagli della sua antica storia.
Probabilmente, gli esami consentiranno anche di sapere se l’animale morì perché ucciso dagli uomini o se annegò. Il ritrovamento è avvenuto nel comune di Changis sur Marne, a circa sessanta chilometri da Parigi. Negli ultimi centocinquanta anni i resti di appena tre mammut lanosi sono stati rinvenuti sul suolo francese.
La scoperta è molto interessante anche perché accanto ai resti di Helmut gli archeologi hanno individuato alcune selci appuntite, rudimentali strumenti che, con tutta probabilità, sono da attribuire all’uomo di Neanderthal.
Sarà possibile, dunque, chiarire meglio quali furono i rapporti tra l’uomo primitivo e il mastodonte grazie a questo scheletro?
Gli archeologi, ad esempio, cercheranno di stabilire se Helmut venne ammazzato dagli uomini perché essi se ne potessero cibare o se, piuttosto, la sua carne venne prelevata e consumata quando esso era già morto per altre ragioni: il che sarebbe fondamentale per chiarire le usanze dei nostri “antenati” e i comportamenti nei confronti di questo colosso estinto.