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Fallito il test del super paracadute della Nasa, missione umana su Marte a rischio

I tecnici impegnati nel progetto sono già tornati al lavoro e stanno cercando di capire dove intervenire per risolvere le criticità del Low density supersonic decelerator (Ldsd). La tecnologia sarà indispensabile per l’ipotetico atterraggio di un equipaggio umano sul Pianeta Rosso, previsto non prima del 2030.
A cura di R. Z.
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E’ fallito il test del super paracadute progettato dalla Nasa per le future missioni spaziali destinate a trasportare l’uomo su Marte. Il Low density supersonic decelerator (Ldsd), noto anche come il “disco volante", per via della sua caratteristica forma discoidale, è stato sganciato ma subito i tecnici si sono resi conto che qualcosa non stava andando come doveva. Il paracadute supersonico, infatti, si è dispiegato regolarmente ma si è anche immediatamente lacerato, precipitando al largo dell'isola hawaiana di Kauai. "Il paracadute – ha comunicato tramite email Kimberly Newton, portavoce della Nasa – si è aperto ma non si è riuscito a gonfiare".

Trasportato con un pallone grande quanto tre campi da calcio. La prova è avvenuta presso l'impianto US Navy Pacific Missile Range a Kauai, nelle Hawaii. Il disco volante è stato trasportato ad alta quota con un enorme pallone. Questo, che aveva le dimensioni di tre campi da calcio, ha sollevato il Low density supersonic decelerator portandolo a quota 40.000 metri. Il veicolo è stato poi rilasciato e un razzo ha trasportato il disco a Mach 4 fino ad una altezza di 60.000 metri. Dopo aver raggiunto l’altezza prestabilita la navicella è stata sganciata, ma l'enorme paracadute che avrebbe dovuto sorreggerla si è aperto ma senza gonfiarsi.

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Un flop costato 150 milioni di dollari. I tecnici dell’agenzia spaziale americana hanno assistito ad un flop costosissimo, circa 150 milioni di dollari. Per la Nasa è il secondo test fallito, il precedente risale al 2014. I tecnici impegnati nel progetto sono già tornati al lavoro e stanno cercando di capire dove intervenire per risolvere le varie criticità, possibilmente con congruo anticipo rispetto alla data prevista per l'ipotetico atterraggio di un equipaggio umano su Marte, attualmente previsto non prima del 2030. Il Low density supersonic decelerator, viste le dimensioni particolarmente ingombranti, non può esser testato neppure all’interno delle speciali gallerie del vento in dotazione all'agenzia statunitense. Con l’Ldsd, che adotta una tecnologia chiamata “flying saucer”, l’America spera di poter presto mandare in pensione gli obsoleti paracadute adottanti per la prima volta nel 1976, nelle due missioni Viking.

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