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Effetto prima notte: perché fuori casa dormiamo come i delfini?

Vi capita di non riuscire a dormire bene in un letto che non sia il vostro? I ricercatori ci spiegano cosa sia l’effetto prima notte e come agisca sul nostro cervello rendendoci simili ai delfini.
A cura di Zeina Ayache
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Dormire con un occhio solo non è un modo di dire, ma rappresenta proprio ciò che accade nel nostro cervello quando dormiamo in un letto che non è il nostro. I ricercatori hanno infatti scoperto cosa accade a livello cerebrale quando un individuo si addormenta ad esempio in un albergo. Il fenomeno è stato ribattezzato “effetto prima notte" e, dai dati raccolti, sembrerebbe che in queste condizioni l'emisfero sinistro rimanga comunque vigile anche quando ci siamo addormentati, potremmo quindi dire che “dormiamo con un solo emisfero attivo”. Lo studio, intitolato “Night Watch in One Brain Hemisphere during Sleep Associated with the First-Night Effect in Humans”, è stato pubblicato su Current Biology.

Quante volte vi è capitato di sentirvi molto stanchi al risveglio da una prima notte fuori casa? Vi capita di aver bisogno del vostro cuscino per addormentarvi in un letto che non è il vostro? Non avete nulla di strano, semplicemente state vivendo quello che si chiama “effetto prima notte” ed è talmente diffuso che, ad esempio, in caso di ricerche sul sonno gli scienziati prevedono più notti di test da effettuare sui partecipanti per essere sicuri che, a livello cerebrale, i dati raccolti rappresentino la realtà domestica e non una realtà adattata al contesto.

Se i ricercatori sono sempre stati consapevoli dell'esistenza di questo “difetto” del sonno, mai prima d'ora si era pensato di studiarne le cause. Per risolvere l'enigma, i ricercatori della Brown University, attraverso l'impiego di elettroencefalografia (registra attività elettrica dell'encefalo), magnetoencefalografia (imaging biomedico funzionale che misura i campi magnetici dell'attività elettromagnetica dell'encefalo) e imaging a risonanza magnetica (imaging del cervello), hanno analizzato il cervello di 35 volontari durante due differenti notti, per comprendere eventuali diversità tra i due sonni.

I dati raccolti hanno mostrato che, durante la prima notte, un determinato network dell'emisfero sinistro rimaneva più attivo rispetto a quello nell'emisfero destro, in particolare durante la fase del sonno chiamata “ad onde lente”. Facendo ascoltare alcuni suoni diretti all'orecchio opposto rispetto all'emisfero, gli scienziati hanno notato una maggiore predisposizione a svegliarsi quando questi erano rivolti all'orecchio destro (quindi emisfero sinistro). Insomma, possiamo affermare che l' “effetto prima notte” è dato dal fatto che una parte del nostro cervello non si lascia andare del tutto e quindi ci “disturba il sonno”.

Come mai questo effetto? Considerando che la diversa attività degli emisferi è stata riscontrata anche in alcuni animali, come i mammiferi acquatici che devono comunque risalire in superficie per respirare, l'idea è che per noi si tratti di una scelta adattativa del cervello utile a metterci nella condizione di essere pronti a scappare in caso di attacco. Da qui si capisce anche perché diciamo “dormire con un occhio solo o con un occhio aperto” quando ci riferiamo a qualcuno che può sembrare distratto quando invece non lo è.

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