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Ecco come i satelliti controllano cosa accade nei Campi Flegrei

I radar satellitari monitorano i cambiamenti della superficie terrestre, scoprendo che il suolo cresce di circa mezzo centimetro al mese.
A cura di Redazione Scienze
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Immagine delle deformazioni della superficie rilevate grazie a Sentinel–1 Fonte: Copernicus data (2015)/ESA/DLR Microwaves and Radar Institute/INGV/e–GEOS/GFZ–SEOM INSARAP study
Immagine delle deformazioni della superficie rilevate grazie a Sentinel–1 Fonte: Copernicus data (2015)/ESA/DLR Microwaves and Radar Institute/INGV/e–GEOS/GFZ–SEOM INSARAP study

Poco a nord della città di Napoli, a non molta distanza dal Vesuvio, si trovano gli “ardenti” Campi Flegrei: una vasta area vulcanica attiva che, a causa della sua stessa natura, si caratterizza per continue deformazioni del terreno.

L’occhio del radar

Cambiamenti nella superficie che, oggi, gli scienziati sono sempre più in grado di monitorare con precisione e costanza grazie all’utilizzo dei dati provenienti dai radar satellitari: come quelli raccolti da Sentinel-1, la missione dell’Agenzia Spaziale Europea composta da due satelliti che, da un’altezza orbitale di 693 chilometri, controllano ambiente, attività sismica e vulcanica.

Un movimento lento e costante

Grazie a Sentinel-1, infatti, gli esperti sono stati in grado di stabilire che la situazione attualmente non è del tutto tranquilla e merita un’attenzione superiore a quella degli anni scorsi.

«Nel 2012, le deformazioni con tassi fino a 3cm al mese hanno indotto il dipartimento di Protezione Civile a passare dal livello base (verde) di allerta del Piano di Emergenza dei Campi Flegrei a quello di attenzione (giallo)» ha detto  Sven Borgstrom dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Insomma c’è un movimento in atto che prosegue: le immagini acquisite da Sentinel-1A sulla medesima area tra ottobre 2014 e marzo 2015 mostrano che il suolo sta continuando a crescere ad un ritmo di circa mezzo centimetro al mese.

La tecnologia InSAR

Per collezionare informazioni con una tale precisione la tecnica di telerilevamento usata è quella dell’interferometria radar ad apertura sintetica, o InSAR: due o più immagini della stessa area vengono combinate per rilevare le minime variazioni che si verificano tra un’acquisizione e l’altra. Il segnale radar è modificato dai piccoli cambiamenti del terreno: questo porta a dei modelli di interferenza color arcobaleno nell’immagine combinata (l’interferogramma).

Questa tecnica consente di rilevare movimenti fino ad una scala di pochi millimetri: il «lento respiro» di aree vulcaniche attive come i Campi Flegrei è solo un esempio. Ma missioni come Sentinel-1 possono scrutare fino nello stridore delle placche tettoniche al passaggio dell’una contro l’altra, nel progressivo cedere di una strada a causa dell’estrazione di acqua dal sottosuolo, fino alla dilatazione termica di un edificio dovuta al calore di una giornata di Sole; e scrutare nello stato di salute dei ghiacciai.

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