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Ecco come cerchiamo tra i ricordi con il movimento degli occhi

Per riportare alla memoria le informazioni immagazzinate in passato, muoviamo gli occhi da sinistra a destra, proprio come se nel nostro cervello ci fosse una libreria.
A cura di Zeina Ayache
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Il movimento degli occhi ci aiuta a ricordare le informazioni in memoria
Il movimento degli occhi ci aiuta a ricordare le informazioni in memoria

Quando memorizziamo un’informazione, la collochiamo spazialmente nel nostro cervello proprio come ordiniamo i libri in uno scaffale. Questo è quanto sostiene una ricerca realizzata dall’Università Bicocca, con la collaborazione dell’Università di Zurigo, intitolata “Keeping an eye on serial order: Ocular movements bind space and time” e pubblicata su Cognition. Secondo i ricercatori inoltre, per reperire le informazioni memorizzate, utilizziamo i nostri occhi come fossero “due puntatori laser” che si muovono da sinistra verso destra.

Quanto scoperto conferma l’ipotesi che vede il nostro cervello facilitato nell'immagazzinare nozioni secondo una logica organizzativa che va da sinistra verso destra e che, proprio come in biblioteca, ci agevola nel momento in cui dobbiamo attingere alla memoria.

Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno analizzato il movimento oculare di 10 partecipanti ai quali è stato chiesto prima di memorizzare cinque numeri, che gli venivano mostrati singolarmente al centro di uno schermo che avevano di fronte a loro, poi di osservarne altri (da 1 a 10) e di dire ripetere a voce quali facessero parte della sequenza memorizzata e, infine, di ripetere i numeri secondo l’ordine di memorizzazione.

Attraverso l’EyeSeeCam, che è un sistema ad infrarossi che permette di registrare la posizione degli occhi, gli scienziati hanno analizzato il movimento degli occhi dei partecipanti e hanno scoperto che la strategia utilizzata per riportare alla mente le informazioni raccolte consisteva nello spostare appunto gli occhi da sinistra verso destra.

“Questi risultati – fanno sapere Luisa Girelli e Luca Rinaldi, autori dello studio dell’Università Bicocca – mostrano quindi come il nostro cervello si avvalga di strategie visuo-spaziali per codificare e rappresentare dell’informazione puramente verbale”. Inoltre, sottolineano, “L’informazione memorizzata viene rappresentata spazialmente dal nostro cervello e gli occhi orienterebbero la nostra attenzione proprio lungo tale rappresentazione. Sembrerebbe dunque che gli occhi vengano utilizzati come uno strumento attivo per ricercare nella memoria informazione recentemente appresa e disposta in “scaffali” spazialmente ordinati”.

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