117 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Ecco a cosa serve la fase REM e perché non bisogna interromperla

I ricercatori hanno finalmente scoperto che la fase REM del sonno è fondamentale per la formazione dei nostri ricordi.
A cura di Zeina Ayache
117 CONDIVISIONI
Immagine

Quella REM, rapid eye movement, è la fase del sonno più controversa e più importante per il nostro organismo. Un recente studio ha dimostrato che è proprio in questo momento del riposo che si consolidano le informazioni immagazzinate durante il giorno e che si trasforma quindi la memoria. Lo studio, intitolato “Causal Evidence for the Role of REM Sleep Theta Rhythm in Contextual Memory Consolidation”, è stato pubblicato su Science ed è riuscito, per la prima volta, a fornire una spiegazione della funzione della fase REM, per lo meno per quanto riguarda i topi visto che gli esperimenti sono stati effettuati su di loro.

“Sapevamo già che le nuove informazioni acquisite venissero immagazzinate in differenti tipologie di memorie, spaziali o emozionali, prima di essere consolidate o integrate”, spiega Sylvain Williams, un ricercatore e professore della McGill University che ha pubblicato lo studio. Ciò che non era chiaro, fino ad oggi, era il passaggio da immagazzinamento a consolidamento e, secondo i ricercatori, responsabile della formazione della memoria sarebbe proprio la fase REM.

Per giungere a questa conclusione, gli scienziati si sono affidati all'optogenetica, una scienza che unisce tecniche ottiche con genetiche al fine di rilevare l'attività dei neuroni: in pratica, i ricercatori hanno inserito alcuni topi all'interno di un ambiente controllato dove erano stati posizionati due oggetti differenti, uno dei quali già da loro conosciuto. Immediatamente i topi si sono interessati al nuovo oggetto che hanno studiato con attenzione.

Successivamente, grazie all'optogenitica, gli scienziati hanno selezionato i neuroni che regolano l'attività dell'ippocampo, fondamentale per la memoria e considerato il GPS del cervello, e li hanno disattivati durante la fase REM del sonno dei topi. Il giorno dopo hanno reintrodotto i topi nello stesso ambiente e questi si sono nuovamente interessati al “nuovo” oggetto come se per loro fosse sconosciuto, diversamente invece da quanto accadeva se i neuroni venivano disattivati fuori dalla fase REM o non venivano disattivati.

Questo dimostrerebbe che la memoria si consolida proprio durante la fase REM, per lo meno per quanto riguarda i topi. Quanto scoperto potrà forse aiutare la ricerca sull'Alzheimer visto che proprio coloro che ne soffrono mostrano disturbi delle fase REM.

117 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views