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E. Coli: La saga del batterio killer continua …

Da quasi un mese, l’epidemia da E.coli sta scombussolando le più grandi menti scientifiche, trasformandosi in una sorta di detective story. I ricercatori sono a caccia della fonte del focolaio del batterio su ogni vegetale sul mercato, ma al momento non vi è alcun risultato ufficiale.
A cura di Redazione Scienze
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Il mistero del batterio killer sembra essere risolto finalmente. Ieri, Reinhard Burger, responsabile del Robert Koch Institute, cioè il laboratorio federale tedesco per le malattie infettive, ha annunciato di aver individuato la causa dell'epidemia di Escherichia coli, o meglio del suo spaventoso ceppo ribattezzato “0104: H4″, che ha infettato oltre 3000 persone e fatti già 31 vittime: sarebbe tutta colpa dei germogli di fagioli, dunque. Ma dall'Italia e dal resto d'Europa si attendono ancora conferme. E la mente ci riporta a quanto accaduto quasi un mese fa prima con i cetrioli spagnoli e poi con altri ortaggi – oltre che salumi di provenienza italiana.

Da troppe settimane ormai scienziati e ricercatori di tutta Europa sono impegnati per risalire alla fonte del ceppo mortale e produrre un farmaco efficace per il trattamento dell' E. Coli.

Come detto la saga del batterio killer è iniziata con la paura del cetriolo dopo che il Ministero della Sanità Tedesco ha allertato i produttori orticoli, affermando che il virus derivava dagli ortaggi, tanto cari in Germania, provenienti dalla Spagna. I cetrioli sono stati immediatamente spazzati via dai negozi di generi alimentari, con gli agricoltori iberici che hanno perso oltre 200.000.000 di euro a settimana. Ma è stato lo stesso Ministro della Sanità tedesco a precisare dopo qualche giorno e non senza imbarazzo che la fonte del focolaio del batterio non proveniva dai cetrioli made in Spain. Ma ormai la frittata era fatta, con la conseguente polemica tra i due paesi europei. Così gli scienziati si sono messi di nuovo all'opera nella loro ricerca del "colpevole". Questa volta, la scure si è abbattuta sui germogli di soia prodotti in una fattoria nella Bassa Sassonia, dove E.coli aveva fatto il maggior numero di vittime.

In realtà la soia è un prodotto "pesante" da digerire e può essere pericoloso anche senza le complicanze dovute a batteri, soprattutto se coltivato con l'uso di sostanze chimiche. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato, peraltro, che la soia può provocare gravi e potenzialmente fatali allergie alimentari.

Ad ogni modo i test effettuati in Germania sui campioni di soia hanno dato risultati abbastanza contrastanti: Secondo il RKI, ad essere contaminati sarebbero germogli di legumi provenienti dalla Gaertnerhof del villaggio Bienenbuettel, cioè la stessa azienda in Bassa Sassonia dove i germogli di soia erano stati discolpati qualche giorno fa.

Nel frattempo, gli ortaggi incriminati hanno viaggiato liberamente in Italia (dove non si sono verificati né casi dei diarrea emorragica da Ehec, né di Seu – sindrome emorragica uremica), Francia, Paesi Scandinavi e in tutto il Canale della Manica. Ad oggi, il numero totale di persone affette da Ehec hanno superato le 2.500 unità con più di 30 morti. Nel frattempo, un ceppo di E. coli sospetto è stato trovato in alcune barbabietole olandesi, e un batterio simile è stato individuato in un lotto di avocado giunto in Thailandia dall'Europa.

Oltre a quello tra Spagna e Germania, un altro battibecco è quello che ha visto protagonista la Russia e gli altri paesi europei, a seguito del divieto sulle importazioni di ortaggi provenienti da Europa centrale. La diatriba è stata all'ordine del giorno del vertice con l'UE di questa settimana a Nizhny Novgorod. La Russia ha assicurato di essere è pronta a revocare l'embargo  non appena la Commissione europea garantirà che i  vegetali provenienti dall'Europa sono sicuri da consumare.

Forse l'unica a reale e concreta disposizione da dare è quella relativa alle precauzioni:  In occasione dei pasti, lavare con cura tutti i vegetali crudi, così come le mani, visto che il contagio può essere trasmesso anche da uomo a uomo.

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