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Due terzi dei fumatori muore del suo vizio e vive 10 anni in meno

Quantificato il danno causato dal consumo di sigarette sulla base di un campione di 200 mila volontari osservato per quattro anni.
A cura di Redazione Scienze
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Se è noto che fumare fa male, più difficile è riuscire a quantificare il danno. Se in passato diversi studi avevano suggerito che circa la metà dei fumatori muore per cause correlate al loro vizio, una ricerca proveniente dall'Australia precisa e rilancia: è il 67% dei fumatori a perdere la vita per amore del tabacco. Lo studio in questione, pubblicato dal giornale di settore BMC Medicine, si basa sull'osservazione di oltre 200.000 persone di età pari o superiore a 45 anni, monitorati per quattro anni dal 2006 al 2009. Dividendo il campione di volontari in categorie di consumo di sigarette, i ricercatori hanno potuto verificare che tra i fumatori di dieci sigarette il rischio di morte raddoppiava rispetto ai non fumatori. Quintuplicava per i fumatori di 20 sigarette al giorno. "La buona notizia – osserva la prof.ssa Emily Banks del Sydney's Sax Institute e della Australian National University – è che se si smette i benefici sono evidenti e duraturi". Tra gli ex-fumatori, infatti, la differenza del tasso di mortalità rispetto ai non-fumatori si riduce progressivamente man mano che la data di liberazione dal vizio si allontana alle proprie spalle. Per i fumatori correnti, invece, si è stimata un'età media di morte di dieci anni inferiore a quella dei non fumatori.

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