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Droghe e farmaci nei fiumi: così i pesci diventano ermafroditi

Nel fiume Dore, in Francia, la percentuale di pesci ermafroditi è altissima: colpa dell’inquinamento dovuto ai residui di farmaci presenti nelle acque. Un fenomeno che riserva dei rischi anche per gli uomini.
A cura di Nadia Vitali
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Qualche anno fa gli scienziati lanciarono l'allarme: gli additivi chimici utilizzati in America e in Europa e giunti tra i ghiacci dell'Artico grazie ai venti che spirano dalle nostre latitudini verso i territori settentrionali, stavano mettendo a dura prova la salute degli orsi polari, causando loro problemi alle funzioni cerebrali, disfunzioni sessuali ma, soprattutto, creando un'altissima incidenza di esemplari ermafroditi nella specie.

Prevedibilmente, il problema si è ampliato e, dunque, non riguarda più soltanto i grandi mammiferi del circolo polare: le acque inquinate che si riversano nei fiumi incidono direttamente sulla salute dei pesci, tra i quali si sta registrando, anche in questo caso, un elevato tasso di ermafroditismo. Responsabili sono i farmaci, dagli antibiotici agli ormoni, e le droghe che transitano per il nostro organismo e che, espulsi dal corpo, continuano la propria azione su creature inconsapevoli.

Gli animali presi in esame questa volta (ma non è difficile immaginare che la situazione riguardi molte più specie di quanto non immaginiamo) sono i pesci Gobioni del fiume Dore, nella Francia centrale: dopo aver "assunto" loro malgrado ingenti quantità di anticoncezionali, stanno iniziando ad avere seri problemi di identità sessuale. I ricercatori francesi hanno potuto constatare come a monte del corso d'acqua la percentuale di esemplari ermafroditi sia del 5% e come questo numero passi bruscamente al 60% a valle, nel villagio di Vartolaye, che ospita uno stabilimento della Sanofi-Aventis.

Sappiamo bene che non sono soltanto gli scarichi diretti industriali a generare conseguenze del genere: a pochi anni fa risalgono le indagini per misurare i livelli di residui di cocaina nelle acque del Po, condotte dall'istituto di ricerca farmaceutica Mario Negri, che segnalarono che ogni giorno nel più grande fiume italiano scorrono quattro chili di cataboliti della cocaina, ovvero le molecole dello stupefacente modificate dopo il passaggio nell'organismo. A questi si affiancano tutti i residui delle altre droghe, quali morfina, ecstasy, eroina e tante altre ancora. Con effetti, sulla vita acquatica che possiamo solo immaginare.

Ma, certamente, il problema peggiore, e sul quale non si è ancora adeguatamente indagato, riguarda gli antibiotici: i microorganismi che resistono a questo tipo di farmaci, infatti, sono sempre più un aumento, proprio a causa dell'altissima percentuale di antibiotici in circolazione nelle acque. Le conseguenze, che questa volta non riguarderebbero altri animali ma direttamente noi uomini, sono facili da immaginare. I rimedi, per il momento, non ancora. (fonte Repubblica)


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