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Diagnosticare prima il tumore ai polmoni con una nuova tecnologia

Presto un nuovo strumento, chiamato ultrasuono endobronchiale, potrebbe essere utilizzato per diagnosticare il carcinoma polmonare in tempi stretti, aumentando le possibilità di guarigione.
A cura di Zeina Ayache
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Diagnosticare il carcinoma polmonare con un ultrasuono endobronchiale
Diagnosticare il carcinoma polmonare con un ultrasuono endobronchiale

La University College London Hospitals NHS Foundation Trust (UCLH) ha testato una nuova tecnologia in grado di diagnosticare il carcinoma polmonare in tempi stretti. Normalmente, i pazienti per i quali si sospetta questo tipo di tumore, che colpisce i tessuti epiteliali dei bronchi, vengono sottoposti a diversi analisi e test, che possono comprendere la chirurgia, al fine di comprendere lo stadio della malattia e il tipo di cura da seguire. Le lunghe procedure necessarie portano la malattia ad avanzare indisturbata e i pazienti rischiano di iniziare le cure in ritardo.

Quanto scoperto dagli studiosi dell'UCLH potrebbe limitare questi iter infiniti e diventare presto una nuova procedura di diagnosi in grado di comprendere immediatamente il tipo e la gravità del tumore che affligge il paziente. La tecnologia scoperta consiste in un tubo chiamato Ultrasuono Endobronchiale (EBUS) che viene introdotto nella gola del paziente fino a raggiungere i polmoni, qui permette ai medici di osservare la situazione grazie ad una telecamera installata. Lo scanner a ultrasuono e il piccolo ago annessi hanno invece il compito di prelevare un campione di tessuto da analizzare.

Dopo tre anni di ricerca, gli studiosi hanno dimostrato come l'impiego di questo strumento riduca, da 29 a 14, il numero dei giorni necessari ad una diagnosi e una successiva scelta della cura necessaria. La tempestività, d'obbligo in questi casi, può dunque salvare la vita ai pazienti, o per lo meno allungarla come hanno dimostrato i soggetti malati di carcinoma non a piccole cellule che hanno potuto vivere altri 503 giorni in seguito alla diagnosi con l'EBUS, 191 giorni in più rispetto a coloro che hanno seguito il normale procedimento di analisi. Ma non è tutto. Gli scienziati sono infatti al lavoro per ridurre ancor più il tempo di attesa e sembrerebbero essere già riusciti a diagnosticare e iniziare la cura nello stesso giorno.

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