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Di Stamina, di miracoli e di paure antiscientifiche

La saga del cosiddetto metodo Stamina va avanti ormai da mesi. Tra colpi di scena e ricorrenti strategie della speranza, che altro non è che quell’illusione che ben si radica tra disperati e sprovveduti.
A cura di Chiara Lalli
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Ci vorrebbero delle istruzioni per l’uso per storie come questa, perché poi basterebbe cambiare il soggetto e i dettagli e potremmo riusarla per tanti altri casi: come con gli organismi geneticamente modificati (è proprio di ieri la notizia dell’assoluzione di Giorgio Fidenato, l’agricoltore processato per aver seminato mais OGM, cui va aggiunta una perdita calcolata in 5 miliardi di euro), i vaccini, l’evoluzionismo, le scie chimiche e tutto quello che vi viene in mente. Tutto quello che richiederebbe una minima idea di cosa sia il metodo scientifico e del perché serve. Tutto quello che riguarda “i tratti psicologici dell’atteggiamento scientifico” (come scrive Gilberto Corbellini in Scienza).

Stamina è solo l’ennesimo caso di analfabetismo scientifico, l’ennesimo caso in cui i “pareri” e le emozioni sono scambiati per argomenti e la richiesta di chiarimenti per pignoleria o crudeltà da parte di chi non vorrebbe “curare”. È in parte comprensibile da parte di genitori i cui figli hanno patologie gravi e incurabili. Davide Vannoni, da parte sua, si difende come può dagli attacchi e dai dubbi e sembra conoscere bene quali corde toccare, quali parole scegliere, quali strumenti usare per accaparrarsi un uditorio impreparato e psicologicamente fragile. Propongo di seguito un video a cura della redazione di Prometeus, Cosa c’è sotto il metodo Vannoni?, in cui si ricapitola la vicenda Stamina.

In questa storia ci sono tutti gli elementi di un avvincente b-movie: i cattivi, i buoni, “io ti salverò” e pure la storia del plagio sollevata da Nature. Davide Vannoni stavolta si è arrabbiato e ha minacciato anche azioni legali contro quelli che lo “diffamano”. Scrive il 7 luglio sul suo profilo: “ho già dato ordine agli avv di querelare il quotidiano [BresciaOggi] in quanto l’articolo è pieno zeppo di menzogne.” L’11 luglio (in un post sponsorizzato): “una bella richiesta danni a Nature non gliela leva nessuno e questa volta si agirà subito. Oramai le cause che dobbiamo fare sono tantissime, dagli ultimi articoli de La Stampa e del Corriere della Sera a siti che hanno cercato di emulare alcuni giornali più quotati raccontando falsità senza fare un minimo di verifica. Purtroppo stiamo osservando una parzialità della comunicazione veramente esagerata”. Lo stesso 11 luglio l’AGI riporta: “Staminali: Vannoni, Stamina ha querelato la rivista ‘Nature’”.

Ma è forse il post del 13 giugno scorso a offrire un esempio ideale della retorica irrazionale, pietistica e magica usata da Vannoni: l’insistenza di parole come “speranza” e “cura”. È una lettera indirizzata virtualmente a una donna malata di SLA e morta in attesa della “cura” Stamina:

Gentile sig.ra Anna, scrivo queste poche righe per chiederLe pubblicamente scusa.

Mi dispiace veramente tantissimo di questi ritardi dovuti alle liste di attesa degli Spedali Civili di Brescia che preferiscono lasciare agonizzare per mesi le persone piuttosto che inserire nel laboratorio due nuovi incubatori da 5000 euro l’uno che, tra l’altro, Stamina gli presterebbe gratuitamente […] Lo so, ho sentito nella voce di Suo marito qualche tempo fa la gioia di aver vinto un ricorso. Di aver “vinto” la possibilità di darLe una speranza, la prima luce dopo anni di buio, ma abbia ancora un po’ di pazienza, solo un poco, vedrà che piano piano la lista di attesa si esaurirà […] Non si curi di quei vigliacchi che si nascondono dietro un dito, strumentalizzando la scienza, la compassione ed una inutile esasperazione della sicurezza, tanto qualunque cosa succeda sarà sempre colpa della malattia, nel suo caso della SLA.

Non si preoccupi sono persone meschine che parlano senza sapere.

È vero, è inaccettabile strumentalizzare la vita delle persone per i propri interessi, è tremendo negare un diritto sancito dalla legge, è assurdo vietare una speranza quando non si hanno alternative da offrire.[…] Non credo che queste persone che le hanno impedito di curarsi avranno il coraggio di guardarLa negli occhi, neppure in foto.

Un commento su House of Wisdom del 15 luglio scorso si intitola Denial and anti-science movements e “denial” è un termine che descrive bene l’affair Vannoni insieme a, come ho già detto, ignoranza (certo House of Wisdom è un blog di Nature e perciò sta nella lista dei cattivi). Il guaio è che essere digiuni di metodo scientifico comporta una lunga serie di errori e abbagli. Sarebbe quasi come provare a capire una conversazione in una lingua a noi ignota. Quando c’è di mezzo un narcisista presuntuoso va anche peggio: sarebbe come pretendere di tradurre agli altri quella conversazione che non abbiamo capito. Il risultato è evidentemente disastroso.

Il potere seduttivo di Stamina non sarà certo fermato da questi dettagli, perché tra ignari ci si spalleggia, in una specie di telefono senza fili in cui perfino la parola di inizio è sconosciuta. Il 7 luglio Vannoni scrive per rassicurare quelli che hanno provato a mettersi in contatto con Stamina e non ce l’hanno fatta a causa del numero elevato (23.000). Poi rimanda al nuovo sito: www.movimentoprostamina.com. C’è pure la “Sezione documenti utili”. Il primo agosto sarà finalmente consegnato il protocollo. E presto ci sarà un nuovo centro di “cure”. Il futuro è pieno di sorprese. Non basterà il successo di Telethon per consolarci, soprattutto perché il prossimo Vannoni avrà lo stesso grande successo, pur con una sceneggiatura mediocre e un soggetto ridicolo.

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