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Dal Big Bang all’apocalisse in due minuti

Il video di un liceale americano che in una manciata di secondi illustra la storia dell’uomo, dalla nascita dell’Universo fino all’inevitabile fine catastrofica.
A cura di Redazione Scienze
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apocalisse

Pochi secondi che illustrano le grandi linee della storia dell'umanità (e della vita sulla Terra), dalla nascita dell'Universo, all'alba delle prime civiltà, passando per Rinascimento e progresso tecnologico, con l'onnipresente ombra della guerra a fare da accompagnamento a conquiste scientifiche e civili: immagini che si rincorrono nel tempo e nello spazio, creando un forte impatto emotivo anche con il sostegno di una potente e coinvolgente colonna sonora. Facilmente si obietterà con una certa naturalezza che la visione che emerge da questi due minuti di "concentrato storico" è fortemente incentrata sul mondo occidentale ma, del resto, il video è il frutto del lavoro di un giovanissimo statunitense, ai cui occhi il collasso finale della Terra non viene preannunciato dagli ormai obsoleti Cavalieri dell'Apocalisse di Giovanni bensì da eventi catastrofici assai più realistici e probabili.

Inquinamento, emissioni, scioglimento dei ghiacci: pochi significativi scatti a ricordare il monito che gli scienziati lanciano ormai da anni, destando maggiore o minore interesse a seconda del vento che tira nei palazzi del potere. Così, mentre il riscaldamento globale causato dalle attività umane fa impazzire il clima, generando eventi meteorologici sempre più estremi e sempre più imprevedibili e violenti, nella visione apocalittica finale l'uomo si autodistrugge come conclusione del lungo cammino che lo ha portato a dominare la natura e il Pianeta. Il senso delle immagini e del video intero è condensato negli ultimi secondi in cui, travolto da calamità provocate da esso stesso, l'uomo ridiventa il nulla in quell'universo collassato da cui era stato originato: magari facendosi prendere un po' la mano dal catastrofismo ma, pur sempre, ricordando quali sono i gravissimi mali di cui soffre la nostra Terra.

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