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Quando inizia e finisce il Ramadan: il digiuno e le altre regole del mese sacro per l’Islam

Oggi, 23 marzo, con un giorno di ritardo, inizia il Ramadan 2023, che durerà 30 giorni e terminerà al tramonto di sabato 22 aprile. Oltre al digiuno dall’alba fino al tramonto, nello stesso arco di tempo è vietato anche bere, fumare e praticare sesso.
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La vigilia del Ramadan a Surabaya, in Indonesia.
La vigilia del Ramadan a Surabaya, in Indonesia.

Per circa un 1,8 miliardi di musulmani, comincia oggi il Ramadan, il mese sacro dell’Islam, la cui tradizione vuole che sia un periodo di digiuno, preghiera, astinenza e carità. Il Ramadan, nono mese dell’anno secondo il calendario islamico, quest’anno inizia giovedì 23 marzo 2023, con un giorno di ritardo – teoricamente avrebbe dovuto avere inizio il 22 marzo – per il mancato avvistamento della prima falce di Luna crescente il 21 marzo, che ha di fatto posticipato di un giorno il via. Durerà 30 giorni e terminerà al tramonto di sabato 22 aprile, con i festeggiamenti dell’Eid al Fitr, la festa (Eid) di fine (Fitr) digiuno. In questo arco di tempo, oltre ad astenersi dal consumo di cibi dall’alba al tramonto, è vietato anche bere, fumare e praticare sesso. La parola Ramadan deriva dalla radice araba ar-ramad, che significa “forte calore”, sebbene quest’anno (almeno nell’emisfero nord) il mese capiti in una stagione diversa dall’estate. Come mai? E come sono stabilite le date di inizio e la fine del Ramadan?

Le date del Ramadan

In realtà, rispetto al nostro calendario gregoriano, l inizio del Ramadan non cade mai nello stesso giorno. Questo perché il calendario musulmano regola la scansione del tempo sulla base della Luna, e non del Sole, e conta 12 mesi che possono essere di 29 o 30 giorni. Per questa ragione, la durata dell’anno è di 354 giorni – ogni tre anni, però, ne conta 355 – e le date appaiono “mobili” rispetto al calendario solare.

In esposizione la tipica lanterna (fanoos) che abbellisce le strade di città e paesi durante il Ramadan in un mercato de Il Cairo.
In esposizione la tipica lanterna (fanoos) che abbellisce le strade di città e paesi durante il Ramadan in un mercato de Il Cairo.

Cosa determina l’inizio di un nuovo mese lunare? Naturalmente, l’osservazione del primo falcetto di Luna nuova. Da qui derivano anche le lievi oscillazioni nella durata a cui abbiamo fatto cenno. Il Ramadan, che segna il nono mese del calendario, inizia il giorno successivo all’avvistamento della nuova Luna, dura 30 giorni ed è seguito dal mese di Shawwāl, nel primo giorno del quale cade l’Eid al-Fitr (o ʿĪd al-Fitr, Festa della Rottura), una delle festività più importanti del mondo musulmano che celebra la conclusione del periodo di penitenza.

L’origine del Ramadan

Il Ramadan è stato istituito in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto, un evento descritto nella tradizione musulmana come avvenuto nel 610 d.C., durante il quale il profeta islamico ricevette la visita dell’angelo Jibreel (Gabriele), che gli rivelò l’inizio di quello che sarebbe poi diventato il Corano. L’evento ebbe luogo in una grotta, chiamata Hira, situata sul monte Jabal an-Nour vicino alla Mecca, dove Maometto si ritirava periodicamente per contemplazione e riflessione.

L’osservanza annuale del Ramadan è considerata uno dei cinque pilastri dell’Islam, considerati atti di culto obbligatori per tutti i musulmani. Gli altri quattro consistono nella testimonianza di fede (Shahada), nella preghiera (Salat), la carità ai poveri (Zakat) e – per chi può – nel pellegrinaggio alla Mecca (Hajj).

Cosa si può fare e cosa no: le regole del Ramadan

Durante questo periodo, come è noto, i fedeli devono praticare il digiuno, Sawm, per non macchiarsi di empietà: non un digiuno totale, s’intende, ma che duri dall’alba al tramonto e che, oltre al cibo, contempli l’eliminazione delle bevande; bisogna astenersi anche dal fumo e dall’attività sessuale.

Attraverso questi strumenti, bisogna rafforzare l’autodisciplina, il controllo degli istinti e dei cattivi pensieri, nonché l’amore per Dio, passando anche per l’appartenenza ad una comunità compatta: prendere parte ad un rito collettivo dal forte impatto, e tanto sentito, crea infatti una morale condivisa che condiziona la sfera del pubblico ancor più di quella del privato. Oltretutto il digiuno e l’astinenza vengono interpretati anche come un sacrificio fatto dal fedele per ricordare quali sono le condizioni di privazione in cui vivono i poveri ed i miserabili, avvicinando in questo modo ancor più l’uomo al divino.

Manila: in moschea, un fedele filippino prega in occasione del primo giorno di Ramadan.
Manila: in moschea, un fedele filippino prega in occasione del primo giorno di Ramadan.

Come detto, i musulmani adulti e sani, durante il mese di Ramadan, sono tenuti a rispettare l’obbligo del digiuno dall’alba al tramonto. Ogni giorno, poco prima dell’alba, osservano un pasto pre-digiuno, chiamato suhoor, per assumere le energie necessarie ad affrontare l’intera giornata. Al tramonto, possono invece interrompere il digiuno con l’iftar, che da tradizione prevede di aprire il pasto mangiando un dattero per commemorare la pratica di Maometto di rompere il digiuno consumando tre datteri.

Le eccezioni alle regole

Il digiuno è obbligatorio per tutti i musulmani adulti, tranne donne incinte, chi si trova in viaggio, anziani e donne durante il ciclo mestruale, che sono esentati dal digiuno in maniera temporanea. I giorni di mancato digiuno si possono recuperare durante il resto dell’anno, tutti insieme o un giorno alla volta. In relazione a ciò, un altro aspetto fondamentale del Ramadan è costituito dall’elemosina, che va fatta, secondo le possibilità di ciascuno, soprattutto da quanti sono esentati dal digiuno.

Dopo l’ultimo giorno di Ramadan, i musulmani festeggiano l’Eid al-Fitr, che inizia con una preghiera comune all’alba. Durante i tre giorni di festa, i fedeli si riuniscono per pregare, mangiare, scambiarsi doni e rendere omaggio ai parenti defunti.

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