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L’India lancia il satellite astronomico Astrosat e sfida Usa e Europa

Il satellite è stato concepito per realizzare una serie di studi simultanei a multi frequenza delle sorgenti astrofisiche di alta energia.
A cura di R. Z.
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Anche l’India è entrata a far parte del ristretto gruppo di Paesi che dispongono di un osservatorio spaziale. Lo scorso 28 settembre, dal centro spaziale Satish Dhawan, è stato lanciato Astrosat, un satellite che permetterà alla comunità scientifica indiana di approfondire molti aspetti della vita dell’Universo, avvalendosi di cinque diversi strumenti di osservazione sviluppati dall’industria nazionale e straniera.

Resterà in servizio per 5 anni. Oltre all’Astrosat, che ha una vita utile di cinque anni, il vettore PSLV-XL ha messo in orbita anche sei altri satelliti stranieri, permettendo così all’India di unirsi a Stati Uniti, Giappone, Russia ed Europa, che già dispongono di osservatori orbitanti propri. L’Astrosat, stando a quanto riferito dall'Organizzazione indiana per la ricerca spaziale (ISRO), si è già posizionato in un’orbita vicina all’equatore, a un’altitudine di circa 650 chilometri. Il nuovo satellite costruito in India è stato realizzato grazie ad una collaborazione internazionale che ha visto partecipare anche ingegneri dell’agenzia spaziale canadese e dell’Università britannica di Leicester.

Cinque strumenti al servizio degli astrofisici. Astrosat è dotato di 5 importanti strumenti che gli permettono di effettuare osservazioni alla luce visibili, agli ultravioletti e ai raggi X ad alta e a bassa energia. La maggior parte dei telescopi spaziali è specializzata nelle osservazioni a bande di frequenze limitate. Attraverso l’utilizzo del nuovo satellite la comunità scientifica indiana mira a raggiungere molteplici obiettivi. Gli astrofisici sono infatti decisi a meglio comprendere i processi ad alta energia nei sistemi binari con stelle di neutroni e buchi neri, stimare i campi magnetici delle stelle di neutroni, studiare le regioni dove nascono le stelle e i processi ad alta energia in sistemi stellari, rilevare nuove sorgenti di raggi X ed effettuare un’indagine limitata a campo profondo dell’Universo agli ultravioletti.

Un progetto a basso costo. Inutile probabilmente evidenziare che la missione Astrosat ha una valenza anche simbolica, che serve in qualche modo a far migliorare la reputazione dell’ISRO. L’agenzia spaziale indiana, infatti, sta dimostrando di essere in grado di portare a termine missioni scientifiche di peso pur con budget irrisori. L’intero progetto è costato 1,8 miliardi di rupie, circa 27 milioni di dollari.

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