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Cinque cose che (forse) già sapete sulla Terra

Ma che, in fondo, non fa male ripassare.
A cura di Nadia Vitali
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Nel corso della settimana dal 18 al 25 ottobre in Italia si celebra la Settimana della Terra: un'occasione per riscoprire le geoscienze e per farsi guidare nelle numerose iniziative che, da nord a sud, porteranno a incontrare luoghi meravigliosi che troppo spesso dimentichiamo; per noi, l'opportunità di ricordare qualcosa a proposito di questo meraviglioso Pianeta.

Ha un cuore giovane e forte…

Sappiamo che l'interno della nostra Terra non si presenta omogeneo, bensì diviso in diversi strati in base alla differente densità dei materiali che lo compongono. Il cuore del Pianeta è costituito da una solida sfera metallica che si trova a circa 3.000 chilometri sotto la crosta, dalle dimensioni analoghe a quelle di Plutone, avvolta da uno strato fluido di metalli fusi (nucleo esterno). Ebbene, uno studio recentemente condotto dai ricercatori della University of Liverpool ha evidenziato che questo cuore solido sarebbe meno antico di quanto pensato fino ad oggi e conterebbe "appena" un miliardo e mezzo di anni, ossia un terzo dell'età terrestre: la sua formazione sarebbe attribuibile al "raffreddamento" dei metalli disciolti presenti nel nucleo esterno.

Conclusione a cui gli studiosi sono giunti attraverso l'analisi delle tracce lasciate dal campo magnetico nelle rocce più antiche e che avrebbe delle implicazioni non da poco per il futuro del nostro pianeta che, con un nucleo così giovane, potrà continuare a lungo a generare un campo magnetico in grado di funzionare come uno scudo contro le più pericolose radiazioni solari.

… E un polmone verde

Fino a poco tempo fa, se si fosse chiesto «quanti alberi ci sono sulla Terra» la stima sarebbe stata decisamente a ribasso rispetto ai numeri emersi da uno studio recentemente condotto dai ricercatori dell'università di Yale. Sì, perché, servendosi di diverse ricerche, inventari nazionali e rilevamenti satellitari, gli studiosi sono arrivati ad aggiornare i dati relativi al numero di alberi presenti sul nostro pianeta: il risultato è stato decisamente strabiliante.

Ciascuno di noi ha "a disposizione" ben 422 alberi, ossia sette volte in più di quanto stimato in precedenza: in altre parole, sulla Terra ci sono oltre tremila miliardi di alberi che rendono il nostro Pianeta decisamente più verde di quanto pensassimo. Peccato che questo tesoro viene saccheggiato ogni giorno, con una perdita quantificabile in circa 15 miliardi di esemplari all'anno che vengono abbattuti.

Ha una sorella piccola

Ad oggi la teoria maggiormente accettata dagli scienziati per spiegare l'origine della Luna è quella che prevede un'apocalisse cosmica avvenuta nei cieli di circa quattro miliardi e mezzo di anni fa (circa 34 milioni di anni dopo la formazione terrestre). A quell'epoca, un oggetto celeste delle dimensioni approssimativamente simili a quelle di Marte andò ad impattare con la Terra, generando la violenta espulsione di materiale che avrebbe formato prima il disco proto-lunare e successivamente il nostro satellite; il nome del corpo celeste in questione era Theia e di esso, per ragioni che gli scienziati hanno cercato di comprendere attraverso alcune simulazioni, non esiste traccia nella composizione chimica della Luna.

Viceversa, i campioni di materiali provenienti dal suolo lunare, e raccolti nell'ambito delle missioni Apollo nei decenni scorsi, hanno aiutato gli scienziati a comprendere che tale composizione chimica risulta molto simile a quella del mantello terrestre: una constatazione che ha, quindi, portato a concludere che, con buone probabilità, Terra e Luna condividano la medesima origine.

Vulcani che è meglio non far arrabbiare…

Quale evento catastrofico è stato all'origine della scomparsa dei dinosauri avvenuta 66 milioni di anni fa? Le due principali spiegazioni proposte dagli scienziati vedono, da una parte,  un ruolo da protagonista per un asteroide che colpì il Pianeta, dall'altra un vulcanesimo particolarmente intenso durato migliaia di anni, tale da cancellare per sempre moltissime specie della faccia della Terra. Le firme di questi fenomeni sarebbero ancora leggibili ai giorni nostri: nel cratere di Chicxulub, al largo delle coste dello Yucatan, ci sarebbe quel che resta dell'impatto, mentre in India centro-occidentale le formazioni dei Trappi di Deccan testimoniano dell'intensa fase di vulcanesimo.

Alcuni studiosi hanno recentemente avanzato una ulteriore, affascinante spiegazione secondo la quale fu proprio la collisione con un oggetto celeste ad innescare una reazione nei vulcani terrestri, alterandone le strutture interne e modificandone l'attività, rendendola più violenta: le conseguenze furono distruttive per la vita sul Pianeta e lo sappiamo molto bene.

… Per non parlare del clima

Negli ultimi due secoli l'uomo sta mettendo sempre più a dura prova la pazienza della Terra: le attività antropiche modificano il territorio, alterando gli equilibri di Oceani ed atmosfera, lasciando sempre più all'indeterminatezza il futuro del nostro Pianeta. I segnali che ci invia il clima impazzito danno molto da pensare ma quanti sono i margini di miglioramento, ammesso che il prima possibile si riuscisse a portare la quota emissioni entro dei limiti accettabili? Probabilmente questo è il settore sul quale abbiamo più interrogativi aperti e il minor numero possibile di risposte: ma questo dovrebbe essere soltanto uno stimolo in più per non abbassare la guardia.

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