Chi soffre di artrite reumatoide rischia meno la schizofrenia e viceversa: ecco perché
Ricercatori dell'Università di Pittsburgh (Pennsylvania) hanno individuato una stretta connessione genetica tra due gravi patologie, la schizofrenia e l'artrite reumatoide. Sebbene a livello superficiale non vi siano punti di contatto tra le due malattie, dato che una è un disturbo psichiatrico e l'altra è una poliartite che interessa la cartilagine, diversi studi ne avevano già fatto emergere una sorta di relazione inversa sotto il profilo genetico. Il team di ricerca americano, coordinato dal professor Vishwajit Nimgaonkar, ha voluto indagare più a fondo determinando l'esistenza di variazioni genetiche – i cosiddetti alleli – che potessero influenzare il rischio di contrarne una e proteggere dall'altra.
Dalle analisi hanno individuato ben diciotto alleli, relativi a otto specifici geni del nostro genoma deputati al controllo del sistema immunitario. Due di questi geni, chiamati HLA-B e HLA-C, codificano proteine presenti sia nel cervello che nel sistema immunitario; l'alterazione nella produzione di queste proteine aumenta il fattore di protezione nei confronti di una delle due patologie, aumentando al contempo il rischio di contrarre l'altra, in una sorta di altalena genetica che deve essere ancora compresa a fondo dagli scienziati. HLA-B, fra le altre cose, viene indicato come il gene responsabile della resistenza al virus della Sindrome da Immunodeficienza Acquisita (AIDS).
Il team di Nimgaonkar si è avvalso sia di banche dati pubbliche che di calcoli al computer ‘predittivi' per elaborare i propri dati. L'artrite reumatoide e la schizofrenia hanno un altro dettaglio in comune che esula dalla patogenesi, ovvero la diffusione; si stima infatti che esse colpiscano entrambe l'1 percento della popolazione mondiale. In Italia i malati di artrite reumatoide sono 400mila, dei quali cinquemila colpiti dalla forma più grave e invalidante, mentre gli schizofrenici si stima siano 500mila. I dettagli dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Partner Journal.
[Foto di DarkoStojanovic]