È il momento del brindisi, sulla tavola compaiono le bottiglie di champagne accompagnate dagli immancabili flûte, i bicchieri dalla forma allungata che da sempre vengono associati alla bevanda francese. Una scelta che sembra ormai ovvia quando si parla di champagne, ma che gli esperti respingono con forza: lo champagne si beve nei normali bicchieri di vino.
I classici calici enfatizzano maggiormente l'aroma di uno champagne, specialmente quando si parla delle bevande di alto livello, migliori e più complesse. "Quando il vino frizzante o lo champagne è molto complesso e profondo" ha spiegato Federico Lleonart, "ambasciatore" della Pernod Ricard "L'opzione migliore è quella di utilizzare il bicchiere per il vino bianco per permettere agli aromi di esprimersi al meglio".
I vini più semplici, invece, possono essere serviti nei classici flûte, i quali li mantengono freddi più a lungo e mettono in bella mostra le bollicine. "Entrambe le tipologie di bicchieri aiutano la diffusione degli aromi in maniere differenti" Ha continuato Lleonart "Il flûte concentra l'anidride carbonica nella parte superiore del bicchiere, mentre il calice classico fa evaporare le bollicine in maniera più rapida, proprio grazie all'apertura più ampia".
Occhio anche a non utilizzare bicchieri troppo grossi, in questo caso l'effetto è l'opposto e, invece che far esprimere al meglio il vino, ne appiattiamo la sostanza danneggiandone il sapore.
L'apertura più ampia dei bicchieri solitamente utilizzati per il vino permetterebbe alla bevanda di respirare e svilupparsi, un elemento fondamentale per gli champagne di alto livello come il Dom Pérignon. Secondo alcuni studi, però, il flûte permette al vino di stuzzicare maggiormente il naso proprio a causa della sua forma allungata.
Una ricerca dell'Università di Reims, in Francia, ha dimostrato che il sapore dello champagne cambia a seconda del bicchiere utilizzato e ha svelato che la sensazione di pizzicore al naso è provocata proprio dalla concentrazione di anidride carbonica sul bordo superiore. Un ulteriore studio della stessa Università ha inoltre suggerito di servire lo champagne a temperatura ambiente, all'incirca intorno ai 18 gradi, un espediente per mantenere più a lungo le bollicine.