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Cani per diagnosticare i tumori? Ancora troppo presto per dirlo

Uno studio ancora in atto rilancia le doti olfattive dei cani nel campo della diagnostica, soprattutto riguardo la capacità di riconoscere la presenza di tumori. Tuttavia le metodiche tradizionali continuano ad essere più precise e controllabili.
A cura di Juanne Pili
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cani e tumori

E' ancora troppo presto per sostenere che dei cani addestrati possano sostituire i metodi diagnostici attualmente accertati, tenendo conto che le metodiche attuali fungono molto meglio, senza contare le nuove scienze che stanno prendendo piede in questo campo.

L'annuncio nelle agenzie. Tutto parte dall'annuncio dato dalle agenzie di stampa riguardo i primi risultati dello studio – cominciato nel 2012 e non ancora concluso – condotto dal team di ricerca capitanato da Gianluigi Taverna presso il Centro militare veterinario di Grosseto. Tre pastori tedeschi addestrati avrebbero dimostrato eccellenti capacità diagnostiche annusando campioni di urine, rilevando la presenza di tumori alla prostata in un campione di pazienti.

I risultati del 2015. Dello studio in corso Taverna rendeva già noto in una lettera all'editore di Clinical Chemistry and Laboratory Medicine. Stando a quanto riportato non vi sarebbero gli stessi dati promettenti. Si fa riferimento ad un esperimento che coinvolse 903 pazienti; solo due cani raggiunsero la sensibilità desiderata, con una capacità diagnostica tra il 98 e il 96%. Tuttavia le metodiche cinofile non sembrano superare in efficienza quelle tradizionali. Cosa che i ricercatori non pretendono del resto di dimostrare. Il progetto è stato patrocinato dallo stato maggiore della Difesa. Proprio a Grosseto si trova il gruppo cinofilo dell'Esercito italiano, fondato nel 2002.

La sicurezza dei metodi tradizionali. Proprio dalle tabelle che la lettera riporta si evince la capacità dei metodi diagnostici tradizionali di individuare nove ricadute su dieci, a fronte dei sette su dieci dei due cani prodigio. Vale a dire che su dieci casi in cui un tumore alla prostata creduto sconfitto riappare, coi metodi diagnostici finora in uso ce ne possiamo accorgere in tempo nove volte. La differenza quando parliamo di vita o morte è sostanziale.

La totale assenza di falsi positivi – per quanto lo studio non sia ancora concluso – ci lascia tuttavia a bocca aperta; è davvero sorprendente la capacità di questi animali. Non di meno non comprendiamo per quale motivo non si debbano utilizzare conoscenze ben più pratiche e controllabili: come la genomica, la proteomica, eccetera; tutte scienze dalla precisione millimetrica, che non necessitano nemmeno della passeggiatina quotidiana.

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