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Cancellare i pensieri negativi con una camminata in mezzo alla natura

Passeggiare in mezzo alla natura 90 minuti al giorno riduce i pensieri negativi e il rischio di cadere in depressione.
A cura di Zeina Ayache
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Passeggiare in mezzo alla natura allontana i pensieri negativi
Passeggiare in mezzo alla natura allontana i pensieri negativi

Passeggiare in mezzo alla natura aiuta a cancellare i pensieri negativi e a ridurre il rischio depressione. Questo è il risultato di uno studio realizzato dalla Stanford University, intitolato "Nature experience reduces rumination and subgenual prefrontal cortex activation" e pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Science.

Allo studio hanno partecipato 38 persone, suddivise in due gruppi uguali, alle quali è stato richiesto di rispondere ad un questionario dettagliato sia prima che dopo la passeggiata pensata per loro. Se i primi 19 hanno camminato per 90  minuti in un'area naturale nelle vicinanze della facoltà, gli altri hanno invece passeggiato lungo una strada in cemento molto trafficata. Durante queste fasi del test (risposte al questionario, passeggiata, risposte allo stesso questionario), ai volontari sono stati anche misurati il battito cardiaco, la frequenza respiratoria e l'attività della corteccia prefrontale subgenuale .

Quest'area del cervello si attiva quando una persona "rimugina", quando cioè ha pensieri negativi riguardanti la sua stessa persona o le emozioni provate, sia nel presente che nel passato.

I dati raccolti hanno evidenziato una importante diminuzione dell'attività della corteccia prefrontale subgenuale nelle persone alle quali era stato chiesto di camminare in mezzo alla natura. "La scoperta è eccitante – dichiara l'autore dello studio Gregory Bratman – perché dimostra l'impatto della natura sulla nostra emotivi".

La ricerca dimostra ciò che molti di noi hanno avuto modo di sperimentare già nella vita quotidiana ed è utile per comprendere quali potrebbero essere gli effetti negativi della continua urbanizzazione, visto che, se ad oggi a vivere in città è il 50% della popolazione mondiale, entro il 2050 sarà il 70%.

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