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C’è davvero un nono Pianeta nel Sistema Solare?

Gli scienziati del CALTECH non lo hanno visto ancora ma sono (quasi) sicuri che ci sia.
A cura di Nadia Vitali
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Rappresentazione artistica del possibile aspetto di Planet Nine. Credit: Caltech/R. Hurt (IPAC)
Rappresentazione artistica del possibile aspetto di Planet Nine. Credit: Caltech/R. Hurt (IPAC)

Nel freddo e nel buio dei confini del Sistema Solare, orbita un Pianeta che ancora dobbiamo scoprire: lo assicurano Konstantin Batygin e Mike Brown, ricercatori del California Institute of Technology (CALTECH), i quali, in un articolo pubblicato da The Astronomical Journal, spiegano di essere in possesso delle prove che dimostrerebbero l'esistenza di un nono Pianeta. Certo, manca la "pistola fumante", dal momento che ancora nessuno è riuscito ad osservarlo direttamente; ma il clamore suscitato dalla notizia è già notevole.

Un grosso Pianeta, un'ampia orbita

I calcoli degli scienziati sono già serviti a stabilire che, qualora venisse confermata senza ombra di dubbio la presenza di Planet Nine (che, ragionevolmente, al momento non ha neanche un nome) non ci si troverebbe dinanzi a problemi di classificazione. Per intenderci, non stiamo parlando di un oggetto dalle dimensioni ridotte come un Pianeta nano o, magari, di un grosso asteroide: se i calcoli sono corretti, la sua massa sarebbe decisamente sufficiente a fugare ogni dubbio sulla sua identità. Una massa dieci volte quella terrestre, corrispondente ad un campo gravitazionale potente, con il quale Planet Nine dominerebbe su un'ampia regione nei dintorni della sua orbita.

Già, la sua orbita: dove collocarla? Descritta dagli scienziati come bizzarra e piuttosto allungata, sarebbe circa 20 volte più lontana dal Sole di quanto non lo sia quella di Nettuno, già sufficientemente distante. Per questa ragione, un anno su Planet Nine potrebbe avere una durata oscillante tra i 10 e i 20.000 anni terrestri.

Le prove dell'esistenza di Planet Nine

La presenza di Planet Nine è stata ipotizzata sulla base di modelli matematici e di simulazioni al computer che hanno portato a concludere che soltanto qualcosa dalle dimensioni e dall'orbita dell'oggetto in questione potrebbe spiegare alcune anomale caratteristiche, già rilevate in passato negli oggetti ghiacciati e nei detriti che popolano quella regione nota come fascia di Kuiper che si estende a partire dall'orbita di Nettuno

Gli stessi ricercatori hanno ammesso un certo scetticismo, in fase iniziale: scetticismo che, però, è andato gradualmente scemando, man mano che i calcoli sembravano puntare con sempre maggiore evidenza alla possibilità di un Pianeta sconosciuto. Per la prima volta in oltre centocinquanta anni, così, ci si è trovati di fronte alle prove del fatto che il censimento del nostro Sistema Solare potrebbe risultare incompleto: un gran risultato, se si considera che in epoca moderna sono stati appena due i Pianeti scoperti (Venere, Marte, Mercurio, Giove e Saturno erano già noti nell'antichità).

Ai telescopi!

Al di là dell'entusiasmo il lavoro continua. Bisognerà confermare, o eventualmente smentire, l'esistenza di Planet Nine e, per questo, sarà necessario iniziare a scrutare il cielo per cercarlo: i candidati per le osservazioni future sono i telescopi gemelli Keck e il telescopio Subaru, entrambi collocati presso l'osservatorio di Mauna Kea, vulcano delle isole Hawaii. Da lì gli scienziati dovranno iniziare a cercare qualche debole segnale da questo sconosciuto e misterioso oggetto che è sempre stato con noi in silenzio, sfuggendo sempre attentamente gli sguardi altrui.

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