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Batterio killer: una variante "nuova, estremamente contagiosa e tossica" dell’E. Coli. In Italia nessun caso

Gli scienziati, come rivela l’Oms, hanno analizzato il ceppo letale dell’Escherichia Coli che ha causato già 17 morti e 1.500 infezioni. Il batterio sarebbe resistente ad alcune classi di antibiotici.
A cura di Redazione Scienze
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Da giorni i cetrioli hanno perso quel appeal che aveva contraddistinto uno degli ortaggi più apprezzati in Germania. Ma la fonte del batterio killer resta un giallo. Gli scienziati hanno analizzato che il ceppo letale dell'Escherichia Coli, ribattezzato "0104: H4", è inedito per l' Europa e quindi ancora più pericoloso. Si tratta di una variante "nuova, estremamente contagiosa e tossica" dell' E. Coli, finora mai riscontrata in situazioni di contagio, dice l'Oms. Dalle sequenze genetiche preliminari, infatti, emerge che il ceppo combina una tossina altamente velenosa, con una quasi sconosciuta che si attacca all'intestino del paziente. E c'è di più: il batterio sarebbe resistente ad alcune classi di antibiotici. E' questo il quadro che emerge dalle analisi condotte dall'Or­ganizzazione Mondiale della Sanità sulla variante dell'Escherichia Coli che sta creando una vera e propria pandemia in tutta Europa. Dei contagiati sono stati identificati anche negli USA, tutti presumibilmente transitati per la Germania. In Italia, al momento, non si registra alcun caso.

L'epidemia ha provocato la morte di almeno 17 persone e più di 1.500 infezioni in tutta Europa. Il team internazionale di ricercatori ha avvertito che potrebbe passare mesi prima che gli scienziati comprendano appieno le caratteristiche dei batteri. E molti già temono che l'agente patogeno sia il più tossico che abbia mai colpito la popolazione umana.

In realtà la maggior parte di batteri E. coli sono innocui. Tuttavia quello che si è diffuso in Germania produce tossine di tipo Shiga, che inibiscono la sintesi delle proteine all’interno delle cellule. Il batterio inizia il suo ciclo attaccando animali come bovini, suini ed equini. La diffusione nell’ambiente avviene attraverso gli escrementi contaminati. Il cibo o l’acqua vengono infettati proprio a causa del contatto con materiale fecale contagiato. La trasmissione del batterio agli esseri umani ha luogo poi consumando alimenti contaminati come carne poco cotta, latte non pastorizzato, ortaggi, insaccati stagionati, formaggi da latte crudo, e naturalmente bevendo liquidi che contengano l'ormai famigerato "0104: H4".
Questa classe di E. Coli ha la capacità di attaccarsi alle pareti intestinali, dove le tossine possono causare sintomi come diarrea e vomito. Nei casi più gravi, provoca la sindrome emolitica uremica (SEU) che aggredisce i reni, fino a provocare coma, convulsioni e ictus.

Non è un caso se di fronte a una circostanza così incerta, c’è chi ha creduto fosse il caso di servirsi di misure estreme di precauzione: la Russia ha infatti sancito il blocco di tutte le importazioni di verdure europee.

"Nessun rischio per l’Italia" , è il messaggio che arriva dall’Istituto superiore di sanità, con la raccomandazione di applicare le consuete norme igieniche quotidiane: "Lavare bene gli alimenti, sbucciare possibilmente le verdure e non contaminarle con carne cruda". Rassicurazioni anche dal Ministro della Salute, Ferruccio Fazio.

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