4.721 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Attenzione: detrito spaziale in arrivo

Pioverà nell’Oceano Indiano il prossimo 13 novembre e per gli scienziati sarà una grande occasione di studio.
A cura di Nadia Vitali
4.721 CONDIVISIONI
Immagine NASA
Immagine NASA

È atteso per la mattina del 13 novembre (quando da noi saranno circa le 7 e 20) il rientro nell'atmosfera di un detrito spaziale di provenienza umana: niente paura perché è plausibile che bruci per la gran parte nell'atmosfera.

In realtà, trattandosi di un oggetto relativamente piccolo – circa un paio di metri di diametro – è plausibile che si disintegri anche completamente: in caso contrario, comunque, i frammenti superstiti cadranno nell'Oceano Indiano, circa 100 chilometri a sud della costa dello Sri Lanka. La sua massa non è sufficiente per causare rischi per l'area ma, in compenso, potrebbe regalare agli osservatori lo spettacolo di una scia luminosa nei cieli.

All'ESA suppongono che WT1190F – così viene identificato – sia quel che resta di un razzo, la parte superiore o un pannello. La sua scoperta risale al 2013, grazie alla Catalina Sky Survey, e da allora è stato seguito nel suo percorso; ha un orbita molto eccentrica, quindi non circolare.

Il suo arrivo sarà una grande occasione – spiegano gli scienziati – per osservare il comportamento degli oggetti che arrivano nella nostra atmosfera: gli occhi del NEOCC, il centro di coordinamento per i NEO dell'Agenzia Spaziale Europea, saranno puntati su questo piccolo residuo di missione spaziale che è in grado di fornire molte informazioni utili. In primo luogo, infatti, gli astronomi aspirano a migliorare le conoscenze relative ai rientri di satelliti e detriti vari con orbite eccentriche; ma, soprattutto, pensano di trovarsi dinanzi ad un opportunità ideale per testare il nostro grado di previsione dinanzi ad un possibile futuro ingresso di qualche cosa nella nostra atmosfera, anche addirittura asteroidi.

L'orbita di WT1190F presenta similitudini con quelle di molti NEO, tant'è che il razzo è stato scoperto proprio da un sistema di monitoraggio di oggetti Near Earth. E questo ha consentito di avere dei dati più precisi relativamente alla zona e al periodo di rientro, un fatto decisamente insolito per i detriti spaziali in ritorno nella nostra atmosfera.

4.721 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views