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“Atleti non mettete la testa in acqua”, feci umane e virus nella Guanabara Bay di Rio 2016

Feci umane, virus e batteri, questo è ciò che si trova nella Guanabara Bay dove si terranno alcune gare di canoa, kayak e vela dei prossimi giochi olimpici di Rio 2016. L’inquinamento è tale che gli esperti invitano gli atleti a non mettere la testa sott’acqua.
A cura di Zeina Ayache
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Feci umane, virus e batteri, questo è ciò che gli atleti troveranno nelle acque di Rio de Janeiro dove dovrebbero tenersi le gare olimpioniche. A darne conferma è The Associated Press in seguito ad uno studio durato 16 mesi e al termine del quale i dati raccolti hanno portato gli stessi ricercatori ad avvisare gli sportivi consigliando loro di non mettere la testa sott'acqua. Una richiesta a tratti inquietante che va a gettare nuove preoccupazioni su questi giochi già offuscati dalla paura legata alla diffusione del virus Zika che in Brasile ha trovato terreno fertile.

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Il virus più diffuso in queste acque è l'adenovirus, particolarmente resistente ai cambiamenti chimici e fisici dell'ambiente e in grado infettare, in maniera più o meno grave, le cellule dell'orofaringe, degli organi respiratori o della congiuntiva, ma anche nelle cellule linfoidi. L'adenovirus è responsabile di malattie respiratorie, bronchiti, polmoniti, diarrea e congiuntiviti, insomma, non si tratta di un virus da prendere sotto gamba, soprattutto considerando che ne sono state riscontrate quantità in eccesso nel 90% dei siti di test.

Le zone più contaminate sono risultate il Rodrigo de Freitas Lagoon, dove si terranno le gare di canoa a kayak, e il Gloria Marina, da cui invece partiranno le gare di vela. Insomma luoghi fondamentali per le olimpiadi e le paralimpiadi.

Quanto ai rischi, AP fa sapere che, considerate le concentrazioni, “i nuotatori e gli atleti che dovessero ingerire anche solo tre cucchiaini di acqua rischierebbero di venire infettati da virus che possono provocare disturbi allo stomaco e alla respirazione, ma anche, in casi più gravi, infiammazioni al cuore e al cervello”. Per questo il consiglio dell'esperta biomedica della Università of South Florida, Valerie Harwood, è “Non mettete la testa sotto l'acqua”.

Da quando AP ha pubblicato i risultati del suo studio, gli sportivi sono stati preparati fisicamente a contrastare queste tipologie di disturbi attraverso l'assunzione di antibiotici, che però non contrastano i virus, e abbigliamento ad hoc. Ancora però non ci sono dichiarazioni ufficiali da parte dei responsabili dei Giochi Olimpici.

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