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Assediati da rifiuti tecnologici: ognuno butta 7 chili di hi-tech all’anno

Sotto l’albero di Natale quanti doni hi-tech si celano? E nel contenitore dell’immondizia quanti RAEE troviamo?
A cura di Redazione Scienze
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Arriva come un macigno sull'abete natalizio il rapporto della Solving the E-Waste Problem (StEP) Initiative, un programma promosso dalle Nazioni Unite che si propone, come da nome, di risolvere il problema dell'inquinamento soprattutto in quelle declinazioni più moderne che rendono il processo di riciclo molto complesso. Il rapporto è stato pubblicato pochi giorni prima di Natale intercettando in questo modo una pratica molto diffusa, ossia il regalo di un nuovo apparecchio elettronico che sostituisce il vecchio che entra così nel complesso ciclo dei rifiuti. La sigla tecnica assegnata a questi materiali è RAEE, acronimo di "Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche", e, se mettessimo tutti questi scarti su camion da 40 tonnellate, riusciremmo a caricarne abbastanza da creare una fila che copre i tre quarti dell'equatore (che è lungo circa 40.075 km).

A commercializzare più RAEE nel 2012 sono i cinesi (11,1 milioni di tonnellate), seguiti dagli americani (10 milioni), ma i più consumisti sono sempre gli statunitensi dato che ne buttano 9,4 milioni contro i 7,3 dei cinesi. Se poi andiamo ad analizzare l'"inquinamento hi-tech" pro-capite il primato d'Oltreoceano diventa incontestabile: 29,8 chili di spazzatura tecnologica annuale a testa rispetto ai 5,4 chili in Cina. La media mondiale di RAEE buttati annualmente a persona è di 7 chili per un totale di 49 milioni di tonnellate. Un trend comunque in crescita che tra cinque anni arriverà a 65,4 milioni di tonnellate.

Riciclare questi rifiuti non è sempre facile, al punto tale che molti soggetti economici puntano sulla liberazione clandestina dei rifiuti esportandoli in altri paesi, prevalentemente poveri e del Sud. In questo contesto, come emerse nel 2011, l'Italia rientra tra i paesi che hanno mostrato carenza nella raccolta dei PAED (categoria che include i RAEE). Capire precisamente le rotte dell'inquinamento rientra tra le finalità del progetto. Come infatti ha spiegato Jason Linnell, direttore del Centro nazionale per il riciclo degli apparecchi elettronici (Ncer), "obiettivo dello studio è comprendere meglio le rotte illegali per sistemare il puzzle delle esportazioni dei rifiuti elettrici ed elettronici" perché si possa "ottenere un quadro il più preciso possibile per impostare la migliore linea di risposta".

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