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Apophis oggi sfiorerà la Terra

L’asteroide saluterà la Terra da una distanza di sicurezza di 15 milioni di chilometri per proseguire nel suo viaggio e tornare a trovarci nel 2029.
A cura di Redazione Scienze
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Nonostante il suo nome sinistro, non abbiamo nulla da temere da esso: Apophis, che venne battezzato dai suoi scopritori proprio come un’oscura divinità egizia distruttrice, saluterà il nostro Pianeta dalla rassicurante distanza di 14.5 milioni di chilometri, sfrecciando poi nuovamente lontano nelle immensità del cosmo senza alcuna conseguenza per la Terra e per i suoi abitanti. Insomma, non è il caso di ritirare in ballo eventi apocalittici e imminenti fini del mondo, dal momento che Apophis ci “sfiorerà” in tutta sicurezza.

Apophis il temutissimo – Eppure c’è da dire che, quando venne scoperto nel giugno del 2004, l’asteroide qualche preoccupazione la destò anche negli addetti ai lavori e non solo, quindi, in quanti erano stati suggestionati dal film hollywoodiano di turno. Le primissime osservazioni, infatti, sembravano indicare una possibilità relativamente elevata, 1 su 233, che 99942 Apophis (questo il suo nome per intero)entrasse in rotta di collisione con la Terra nel corso del suo prossimo passaggio ravvicinato previsto l’anno 2029. Calcoli successivi degli astronomi contribuirono a rendere la situazione ancora più allarmante quando, col trascorrere dei giorni, le probabilità di impatto arrivarono fino a 1 su 37. Fortunatamente, poi, a conclusione dell’anno, alcune osservazioni risalenti a marzo del 2004, precedenti quindi alla scoperta, consentirono agli studiosi di “aggiustare il tiro”, determinare con maggiore esattezza l’orbita di Apophis e concludere che per la Terra non c’era alcun pericolo.

12:43, l'ora del passaggio – Oggi l’asteroide Near-Earth, un tempo additato come nostro peggior nemico, passerà per accarezzare la nostra atmosfera da lontano, prima di sparire e tornare a trovarci proprio per la fatidica data del 13 aprile 2029. Alle 12:43 (ora italiana) sarà nel suo punto di massimo avvicinamento alla superficie del Pianeta che sarà pari a circa 40 volte la distanza tra Terra e Luna. I telescopi di tutto il mondo sono pronti a “catturare” l’evento che consentirà di ottenere nuovi dati sul corpo celeste che fece tremare gli uomini: con la consapevolezza che, anche per questa volta, non abbiamo nessun "distruttore" che incombe dal cielo del quale aver paura.

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