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Aggiustata l’orbita della Stazione Spaziale Internazionale

Inizia a disporsi il ritorno dei tre astronauti, tra cui l’italiana Samantha Cristoforetti.
A cura di Redazione Scienze
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Si era detta ben felice di restare ancora un po' in orbita, il nostro orgoglio nazionale Samantha Cristoforetti e probabilmente questo le frutterà un record di tutto rispetto: la prima donna nostra concittadina nello spazio, infatti, si candida ufficialmente ad essere l'astronauta italiano con più giorni di permanenza nello spazio. Il primato lo ha soffiato a Paolo Nespoli, che aveva accumulato 174 giorni nell'arco di più missioni, superandolo (almeno fino ad oggi) già di due giorni: ma se, come è plausibile, dovesse arrivare a quota 200 diventerebbe la donna rimasta in orbita per più giorni consecutivi nella storia. Se accadrà davvero non possiamo dirlo perché, ad oggi, non si ha ancora una data certa per il rientro della Cristoforetti e dei suoi colleghi, ormai da circa sei mesi nella Stazione Spaziale Internazionale.

Pronti per il rientro

La buona notizia, però, è che l'agenzia spaziale russa Roscosmos è riuscita nell'intento di accendere i motori della navicella Progress, attaccata alla ISS: grazie al buon esito dell'operazione, seguita ad un tentativo fallito di qualche giorno prima, è stato possibile dare inizio alle operazioni necessarie per aggiustare l'orbita della Stazione Spaziale che, adesso, si trova ad un'altezza tale per cui i tre astronauti possano tornare sulla Terra entro il prossimo mese. L'incidente di qualche giorno fa, che aveva coinvolto il cargo Progress M-27M , aveva infatti causato il rinvio del rientro degli astronauti in missione.

Imbarazzo alla Roscosmos

C'è da dire che pare proprio che alla Roscosmos non tutto fili per il verso giusto: il fallimento della missione di rifornimento Progress, infatti, è stato seguito da un altro lancio fallimentare di un razzo vettore Proton M che avrebbe dovuto portare in orbita un satellite per le telecomunicazioni messicano (e fortunatamente l'incidente si è risolto con una caduta in una desolata regione siberiana). Poi venerdì i motori della Progress non si erano accesi ma, evidentemente, il problema è stato risolto ieri sera, con un'operazione perfettamente riuscita. Certo, probabilmente al momento dalle parti dell'agenzia spaziale russa non deve tirare proprio aria buona: si annunciano, quanto meno, dibattiti e confronti (e verosimilmente un'indagine) per far luce su questa catena di incidenti e sulla possibilità di riformare alcuni aspetti dell'industria e dell'agenzia spaziale russa.

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