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Addio plastica, ecco la pellicola “al latte”: ora potete mangiarvi l’imballaggio

Un imballaggio a base di caseina, proteina del latte, e pectina in sostituzione della plastica, questa è la proposta biodegradabile, commestibile e sostenibile dei ricercatori americani.
A cura di Zeina Ayache
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I ricercatori americani hanno creato una nuova tipologia di imballaggio realizzata con la caseina e la pectina, questo significa che si tratta di una nuova “plastica” completamente naturale, biodegradabile e commestibile: insomma, adesso potete mangiarvi anche le confezioni. Come spiegato dai ricercatori in occasione del meeting dell'American Chemical Society, la nuova “pellicola” potrebbe rappresentare un ottimo sostituto della plastica attualmente impiegata che inquina, è realizzata con il petrolio, crea montagne di rifiuti e non è sostenibile.

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L'imballaggio proposto è fatto di caseina, una fosfoproteina che si trova nel latte fresco e che rappresenta la prima fonte di proteine per questa tipologia di prodotti, ed è particolarmente adatto per conservare gli alimenti: è infatti in grado di bloccare l'ingresso dell'ossigeno 500 volte meglio della plastica che viene utilizzata oggi. Per ottenere simili capacità isolanti, alla caseina i ricercatori hanno aggiunto la pectina che è un carboidrato idrosolubile che si trova, ad esempio, nel limone. Così facendo hanno realizzato una pellicola isolante, biodegradabile, commestibile e non inquinante, oltre che economicamente più sostenibile.

Ma non è tutto. Gli scienziati spiegano infatti che oltre alla caseina e alla pectina, in futuro sarà possibile aggiungere altri additivi naturali, come le vitamine o i probiotici, insomma, finiremo per avere un imballaggio dai valori nutrizionali migliori rispetto a quelli dell'alimento che contiene.

Come è facile intuire, le applicazioni di questa pellicola “al latte” sono infinite e potrebbero davvero ridurre il grosso impatto che oggi hanno tutti i packaging che siamo costretti a buttare nella spazzatura: ad esempio la plastica che ricopre i formaggi, quella delle confezioni di verdure e frutta, o i cartoni delle pizze surgelate.

Sono necessari ancora ulteriori test per verificarne la sicurezza, non ci resta dunque che attendere.

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